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Il Casino dell'Aurora Pallavicini

 
 

 

 

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Rassegna-spettacolo musica e teatro:
"Roma '86, incontro tra Oriente e Occidente"
26 agosto - 17 settembre 1986
 »  Pinguino da giardino. A Roma l'orchestra di Simon Jeffes
di Teresa De Santis. "Il manifesto"
  ROMA. Il giardino dove si entra, splendido e suggestivo, è quello della famiglia Pallavicini, che l'ha offerto ancora una volta per manifestazioni culturali: in questo caso la serie di eventi dedicata all'«Incontro tra Oriente e Occidente», iniziata il 26 agosto, che si concluderà il 14 settembre.

Sul palco, sabato sera, la Penguin Cafè Orchestra di Simon Jeffes, ha concluso la prima parte, quella dedicata agli Ambienti per la musica: il Giardino, nelle serate precedenti invaso con discrezione dai suoni di Jon Hassel prima e di Michael Nyman poi. Un programma pensato direttamente da Brian Eno, che in extremis non ha potuto essere presente.

Una formazione di 8 elementi, elegantemente disposti a semicerchio sul palco, a cui fa da fondale il fronte del Casino dell'Aurora e da quinta il Palazzo della Consulta, ha intrattenuto un pubblico religiosamente in silenzio fino alla fine, attento perfino agli scricchiolii della ghiaia sotto i piedi, per circa due ore ininterrotte di concerto. Musica, quella dell'Orchestra del Caffè del Pinguino, che non pesa e che anche quando usa le battute classiche di un rock blues mantiene intatta tutta la leggiadria con cui è stata pensata.

Jeffes, capelli biondi perfettamente pettinati con britannica scriminatura, traduce scrupolosamente i titoli di ogni brano che, complice qualche accento sbagliato e il suo spirito un po' patafisico, si trasformano in occasioni di generale ilarità, dalla Musica per un pilota di elicotteri a L'elastico e il telefono, che è forse una delle sue composizioni più divertenti: Telephone and Rubber Band (in originale), realizzata registrando il segnale di libero dei telefoni inglesi, trasformato in struttura ritmica del brano.
Si tratta in effetti di un piccolo capolavoro, realizzato con lo spirito del bambino impegnato nei suoi giochi, che qualcuno avrà forse ricordato meglio degli altri, se non altro, perchè inserito nella colonna sonora di Tango Glaciale, dei napoletani Falso Movimento. E lo stesso spirito innocente sembra pervadere costantemente le composizioni del musicista inglese, irresistibilmente attratto dal «minimo», dal «minore», dalle tenere suggestioni di suoni e colori appena accennati, di finestre che si aprono su un naturalismo emozionato, sorridente ma anche commosso.

Assieme a Jeffes si esibiscono Steve Nye (produttore di David Sylvian, tra gli altri), al pianoforte a alle tastiere se occorre, Helen Liebman (cello), Bob Loveday, Jan Maidman, Geoffrey Richardson, Paul Street e Neil Rennie. Jeffes, che ha alle spalle le collaborazioni con il sofisticato menestrello elettrico Kevin Ayers, con i Caravan e i Camel e in generale con quella scena inglese che ha fatto dell'eclettismo, per tutti gli anni 70, una componente base della sua ricerca sonora.
Quella della Penguin Cafè Orchestra è in effetti musica «in divenire», rigorosamente scritta ma concettualmente aperta a tutte le intersezioni possibili tra classicità colta e stimoli popolari.

Mercoledì 3 settembre 1986

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